Fake news business

The fake-news industry.
Ovvero il business delle notizie false e delle bufale. Sta rendendo ricca molta gente.
È immorale? non lo so, alla gente piacciono le notizie sensazionali. Non sono a pagamento, non è una truffa. Chi vuole le legge, chi non vuole non le legge.
È illegale? Per ora no. Si tenterà forse di fare qualcosa per mitigarlo, ma poi nasceranno i complottisti per dire che in realtà non stanno mitigando ma censurando, e così via.

E poi non mi piace mai il controllo sulla parola. Al limite si potrà perseguire, come è giusto, la diffamazione, ma se uno vuole scrivere che hanno trovato un unicorno vivo nei boschi della Svezia e mette una foto fotoshoppata, perché dovrei impedirglielo? Quale legge viola?
Non finirà, perché è un business basato sulla stupidità e sull’ignoranza, di cui c’è grande abbondanza sulla terra. Però nasceranno sicuramente strumenti che permetteranno a chi lo vuole di riconoscere subito le notizie bufala, e di evitare ed emarginare i siti e le persone che le diffondono. Già ora non è difficile: alcuni siti fanno ironia divertente, e bisogna essere davvero idioti per credere che siano notizie vere (vedi per esempio Lercio, che mi piace e mi fa ridere). Altri, come ilfattoquotidiano, mescolano notizie ovviamente ironiche con notizie attribuite a persone e situazioni reali. Non bisogna essere delle volpi per capire che sono notizie false, non è un tipo di ironia che mi piace, ma siamo ancora nel campo delle bufale evidenti.

E poi c’è l’ultimo livello della scemenza umana, quello di chi diffonde bufale credendo di essere il più intelligente del mondo: siti complottisti, pseudoscienze, sette, e così via. Questi sono i peggiori, perché sono degli ignoranti stupidi che si credono furbi, seguiti e diffusi da stupidi ignoranti che si credono intelligenti. E mentre chi condivide un articolo di Lercio o del fatto quotidiano credendolo vero a volte fa anche tenerezza, per chi è convinto e anche orgoglioso della propria ignoranza non ci deve essere pietà.

Lascia un commento