Bologna e nostalgia

Oggi sono ritornato a Bologna per concludere alcune cose della vita passata, e la sensazione che ho provato assomigliava un po’ a questa. Ogni oggetto, ogni suono, ogni scorcio, toccava qualche nota …

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Novecento

Tu pensa a un pianoforte: i tasti iniziano, i tasti finiscono. Tu lo sai che sono ottantotto, e su questo nessuno può fregarti. Non sono infiniti loro. Tu sei infinito, e dentro quegli ottantotto tasti la musica che puoi fare è infinita.

Questo a me piace. In questo posso vivere.

Ma se io salgo su quella scaletta, e davanti a me si srotola una tastiera di milioni di tasti, milioni e miliardi di tasti, che non finiscono mai, e questa è la verità, che non finiscono mai… Quella tastiera è infinita.

Ma se quella tastiera è infinita allora su quella tastiera non c’è musica che puoi suonare. E sei seduto sul seggiolino sbagliato: quello è il pianoforte su cui suona Dio.

(Novecento. Un monologo – Alessandro Baricco)

 

Oro e fango

Non puoi essere vagabondo e artista e contemporaneamente borghese e uomo sano e decoroso. Ti vuoi ubriacare, allora tieniti anche il mal di testa! Se dici di sì alla luce del sole e alle fantasie leggiadre, devi dire sì anche alla sporcizia e al disgusto. Tutto questo è in te, oro e fango, bramosia e pena, riso infantile e paura della morte. Di’ a tutto sì, non sottrarti a niente, non tentare di eludere niente.

Herman Hesse