Blockchain e fiducia

Tutto ciò che riguarda le transazioni tra umani è storia di mancanza di fiducia: la scrittura è stata inventata per avere evidenza scritta delle transazioni commerciali, la matematica per calcolare il dare e avere. I notai per avere una terza parte che confermasse la veridicità e correttezza delle transazioni. E anche lo Stato, la polizia, gli enti, le corporazioni, etc, sono nate per mancanza di fiducia nel prossimo e concentrazione della forza. Si può dire che senza mancanza di fiducia non avremmo avuto stimolo al progresso 😉

La blockchain non ristabilirà fiducia tra gli uomini, la renderà superflua (in alcuni ambiti), perché è un algoritmo costruito appositamente per poter fare a meno della fiducia.

Credo che sia una svolta epocale: finora la veridicità di scambi e transazioni è sempre stata affidata allo Stato o a suoi rappresentanti (notai). Il sistema ha funzionato, ma ha le sue pecche: necessità appunto di fiducia in questi apparati. Non potremo mai sapere se il documento del 1626 con cui Peter Schaghen attestava di aver comprato dagli indiani Lanope l’isola di Manhattan per 60 Fiorini sia vero o no: dobbiamo fidarci. Se ci fosse stata la blockchain e gli smart contracts, sicuramente sarebbe stato più difficile falsificarla.

Resta però un problema: così come si può estorcere una firma con la forza, la violenza o il ricatto, lo si può fare anche per una firma digitale, quindi non sarà mai scontato che i forti non potranno comunque avere la meglio. Non credo che per questo ci sia soluzione.

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