Albinati ha detto che Madame Bovary non si è suicidata per i sensi di colpa dell’adulterio ma perchè ha capito che matrimonio e adulterio sono la stessa cosa.
Concordo con la sua affermazione.
Forse si può capire passando anche attraverso “Bouvard e Pécuchet”. L’adulterio è solo la ricerca di un diversivo, qualcosa che la stacchi dalla consuetudine, dalla vita di provincia, dalla noia della vita borghese e dalla stupidità umana, tutte cose che Flaubert detestava. Bouvard e Pécuchet ci provano con l’azione, con la razionalità, imbarcandosi in imprese sempre sconclusionate, per poi volersi suicidare anche loro, ma alla fine ritornano alla vita di prima (ma loro sono razionali).
Madame Bovary ci prova con il sentimento, ma quando capisce che la fuga da tutto ciò che non voleva è effimera, non sopporta l’atterraggio nella realtà che disprezza.
In quel senso matrimonio e adulterio sono la stessa cosa: nel matrimonio si rinuncia alla propria parte estetica per dedicarsi all’etica, nell’adulterio si rinuncia alla propria parte etica per dedicarsi all’estetica. Matrimonio e adulterio rappresentano l’eterna dicotomia tra logos e eros, Apollineo e Dionisiaco, razionalità e istinto, ma se sono solo un mezzo per sfuggire a una vita che non piace, sono in fondo la stessa cosa.
P.S.: Bouvard e Pecuchet l’ho appena letto, di Madame Bovary ho solo tenui ricordi e devo rileggerlo, quindi potrei aver detto delle inesattezze e sono benvenute correzioni e suggerimenti 🙂