Ottimisti e pessimisti

La psicologa Julie Norem ha studiato due diverse strategie per gestire le difficoltà: l’ottimismo strategico e il pessimismo difensivo.
Gli ottimisti strategici prevedono il risultato migliore, restano calmi e nutrono aspettative elevate. I pessimisti difensivi si aspettano il peggio, si sentono ansiosi e immaginano tutte le cose che potrebbero andare storte.
La maggior parte delle persone immagina che sia meglio essere ottimisti strategici che pessimisti difensivi, ma non è così. Per certe persone il pessimismo difensivo è la migliore strategia per gestire l’ansia, la paura e la preoccupazione: (…) immaginano deliberatamente un disastro per intensificare l’ansia e convertirla in motivazione. Una volta considerato l’esito peggiore possibile, sono spinti ad evitarlo: tengono in considerazione ogni dettaglio rilevante per assicurarsi di non fallire, e quindi si sentono padroni della situazione.

Adam Grant, Essere originali

 

Secondo me a distinzione che fa  tra ottimisti e pessimisti è troppo grossolana. Esistono molte sfumature, bisogna tener conto di molti fattori.

Per esempio esistono due tipologie opposte a quelle che descrive: l’ottimista inattivo e il pessimista fatalista. L’ottimista inattivo è talmente convinto che tutto andrà bene che non fa nulla, perché è sicuro che sarà baciato dalla fortuna. Il pessimista fatalista è convinto che tutto andrà comunque male, e non fa nulla per migliorare le cose. Entrambi sono atteggiamenti negativi.

Un’altra variabile di cui tener conto è quanto noi possiamo influire sull’esito finale con atteggiamento ottimista o pessimista. Sulla gestione di un’azienda ha senso, sul gioco al casinò no.

Alla fine per gestire le difficoltà non conta tanto essere ottimisti o pessimisti, ma il modo in cui si reagisce agli imprevisti. Che si sia stati in grado di immaginarli (pessimista), o non si sia stati in grado (ottimista), quello che conta è come li si affronta.

E ritorno nuovamente al libro di Nassim Taleb: “Antifragile”.

Se si è fragili, non si sanno gestire gli imprevisti, e questi ti distruggono.

Se si è resilienti, si è forti e si è in grado di resistere agli imprevisti.

Chi è antifragile va oltre la resilienza: non solo resiste agli imprevisti, ma ne viene rafforzato.

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